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Longevità: perché invecchiamo e perché non dobbiamo farlo

Un libro di David A. Sinclair

Lorenzo PANELLA

Dipartimento di Riabilitazione ASST Pini – CTO Milano
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David A. Sinclair è professore di genetica alla Harvard Medical School di Boston e nominato dalla rivista “Time” una delle 50 persone più autorevoli nel campo dell’assistenza sanitaria.

Longevità è un libro che definirei rivoluzionario non solo per la tematica trattata ma soprattutto per la risposta.

Me lo ha consigliato un amico, grande medico e grande persona, dicendomi che è un po’ ostico in alcune parti per noi che abbiamo una impostazione da “medico di degenza ospedaliera” ma di certo affascinante.

Prolungare la sopravvivenza sana, il cosiddetto “healthy lifespan o healthspan”, è non solo desiderabile e raggiungibile, ma rappresenta un dovere morale di qualsiasi società moderna e responsabile. Più invecchiamo meno ci vuole perché un trauma o una malattia ci conducano alla morte. Veniamo spinti sempre più vicino al precipizio finché basta appena un alito di vento a farci cadere giù. Così definisce la fragilità David Sinclair.

Ma la rivoluzione sta nel fatto che l’invecchiamento è considerato con buone motivazioni una malattia e come tale curabile. Gli scienziati si sono accordati su otto o nove segni distintivi dell’invecchiamento. Affrontandone uno si potrebbe rallentare l’invecchiamento. Affrontandoli tutti si potrebbe non invecchiare.

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